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MAIL ART (O ARTE POSTALE)
Mail Art (in italiano Arte Postale) è un'esperienza d'arte comporamentale e concettuale sviluppatasi negli anni sessanta.
Il principio ispiratore si ricollega all'iniziativa del gruppo Fluxus, il vivace movimento internazionale che si distinse per una serie di azioni, interventi, creazioni di spirito neodadaista.
Proprio dal gruppo Fluxus proviene l'americano Ray Johnson, che nel 1962 realizzò il primo esperimento di mail art inviando per posta i suoi lavori in tutto il mondo("Add to and return to").
Johnson fondò la New York Corrispondance School of Art (Scuola d’arte "per corrispondenza") nella quale non solo gli elaborati spediti, ma buste, francobolli e timbri finirono per confluire nell’operazione artistica.
Una grossa spinta a questo movimento proviene da On Kawama, uno dei massimi esponenti dell’arte concettuale americana.
Le iniziative di Kawama:
- "I got up", 1969, una serie di cartoline postali inviate tutti i giorni per 4 mesi ad artisti, critici, amici, con l’indicazione dell’ora in cui si era alzato da letto;
- "I am still alive", 1970, un telegramma inviato a Sol Lewitt, che ne trasse 74 variazioni.
In questo modo la mail art si precisava come l’ala più mobile e più "democratica" di un’arte che rifiutava gli oggetti per affidarsi a messaggi immateriali, ad operazioni sul linguaggio della comunicazione. La mail art è lo scambio di arte e di idee fra artisti visivi, audio e letterari.
Lo sviluppo della mail art ha resistito alla crisi della cultura concettuale negli anni Ottanta: sia per incroci con altre esperienze come la poesia visiva, sia avvalendosi di nuove tecnologie della comunicazione, come la fotocopiatrice ed il fax (non a caso la mail art spesso viene ridefinita fax art).
Un nuovo strumento che ha facilitato la diffusione della mail art è la rete internet.
La posta elettronica, abolendo distanze spaziali e temporali, arricchendo i messaggi con gli ipertesti, ha consentito alla mail art un salto di qualità anche concettuale.
Obiettivo di mail art è proporre un’arte diffusa fuori dagli schemi del sistema, accessibile a tutti, che offre più che opere e prodotti, processi mentali, stimoli creativi, scambi di idee. Un’idea forse effimera dell’arte, ma ben a passo coi tempi.
Non dimentichiamo tuttavia le origini storiche di questa corrente, facilmente identificabili nelle avanguardie dadaiste e futuriste del primo Novecento.
Ray Johnson, On Kawama
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