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SCUOLA DI POSILLIPO
Agli inizi del seicento si era sviluppata in Italia una forte tradizione vedutistica riconosciuta a livello internazionale.
La città simbolo di questa tradizione è Napoli.
La prima metà dell'ottocento infatti riconosce Napoli come una delle principali mete dei Grand Tour, ovvero viaggi di studio e svago compiuti da intellettuali, studiosi ed artisti provenienti generalmente dall'Europa centro-nord.
Il clima artistico-culturale che si respirava in Posillipo favorì la nascita dell'omonima scuola.
Soggetto preferito dagli artisti dei membri di questa "scuola" era il paesaggio: un paesaggio non fiabesco, ma quello che coglieva l’occhio, il paesaggio dei Barbizon, anche se più solare.
Fra questi artisti si possono annoverare l’olandese Pitloo e Corot, uno dei più grandi paesaggisti di ogni tempo. Ma probabilmente il migliore interprete della sintesi fra la tradizione napoletana e i paesaggisti stranieri è Giacinto Gigante.
Il suo stile preciso che riproduce fedelmente la realtà segna gli anni iniziali del movimento.
In una fase successiva, soprattutto grazie all’operato dei fratelli Palazzi e di Domenico Morelli la “scuola” si orienterà verso una riproduzione meno descrittiva e soprattutto verso una tecnica costruita su pennellate più veloci ed ampie.
Pitloo, Corot, Giacinto Gigante, Fratelli Palazzi, Domenico Morelli
keywords Scuola di Posillipo, paesaggistica, Posillipo, Napoli
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